lunedì 26 febbraio 2007

Il periodo ipotetico

(sabato 20 gennaio 2007, copyright Il Resto del Pallone)


Un amico ha appena cercato di convincermi dell’intrinseca utilità di Ronaldo: a differenza di me (e, credo, di tutte le persone ragionevoli), quest’amico non ritiene che Gilardino renda meglio da solo e quindi presume che, dovendo necessariamente affiancargli un brasiliano, Ronaldo sia decisamente meglio di Oliveira; tanto più che appena Kakà tornerà in forma, e inizierà a infilare la palla negli spazi come solo lui sa fare sui verdi prati di San Siro, le devastanti progressioni di Ronaldo saranno il correlativo oggettivo delle sue siringhe rasoterra. Al contrario, insisteva il mio amico, nel Real Madrid Ronaldo è non solo inutile ma dannoso, perché costringe Raúl ad arretrare (o ad avanzare, non ricordo) il proprio raggio d’azione ed espone il centrocampo a spifferi poco salubri che Cannavaro, troppo impegnato a ridersela per essere sfuggito al naufragio juventino, non riesce a contrastare, col risultato che squadre mediocri e dal nome ridicolo come il Recreativo Huelva, di fronte al Pallone d’Oro sgonfiato, sembrano il ritmico Brasile con Didì-Vavà-Pelè.
Questo è il ragionamento-tipo che si sente a partire dalla riapertura del calciomercato; e se non si tratta di Ronaldo ma di Bogdani, non del Milan ma del Chievo, in fin dei conti al variare dei nomi resta comunque in mano un enorme castello di possibilità remote incatenate fra loro da tutta una serie di se…se…se. Coi se e coi ma la storia non si fa, questo siamo abbastanza sgamati da saperlo; tuttavia ci si riesce a imbastire un discreto calciomercato, dove per calciomercato non s’intende tanto l’effettivo trasferimento di un calciatore da una squadra all’altra, ma tutto il chiacchiericcio di contorno che argomenta con perizia e dedizione la ricetta per risollevare le sorti delle squadre che a mezzo campionato si ritrovano sull’orlo del baratro, cioè tutte tranne l’Inter (quanto all’Inter, il calciomercato dovrebbe servirle ad evitare di ricordarsi improvvisamente di essere l’Inter e arrivare consuetamente e quasi miracolosamente seconda - ma è un discorso a parte).
In me però sorge un sospetto. Sarà mica che il mio amico di cui sopra, essendo spagnolo e soprattutto essendo tifoso del Real Madrid, mi stia decantando l’intrinseca necessità di Ronaldo per contribuire prima che sia troppo tardi all’epico sbolognamento di un bidone passatello? Anche se non volessi mettere in dubbio la sua buona fede (del mio amico, non di Ronaldo), ai miei occhi il calciomercato d’inverno resta allo stesso livello dei disperati tentativi di rivendere al mercatino sotto casa gli improponibili regali ricevuti da vecchie zie che risorgono solo a Natale: cravatte a pallini fucsia, radiosveglie a forma di mulino, insomma tutto il kitsch che sia possibile concepire e riciclare.
Su un piano romantico, sono avverso al mercato d’inverno perché scompagina le raccolte di figurine (e se mai avrò un figlio, come potrò prevenirlo dal trauma di Adriano uno e trino che, nel giro di un anno, giocava nella Fiorentina nel Parma e nell’Inter?) e perché rende inutilizzabili le guide al campionato fiduciosamente acquistate dopo ferragosto. Per non parlare dell’Almanacco Panini, uscito appena a dicembre: sarebbe come se da una nube luminosa adesso sentissi la voce di Dio ordinarmi di pigliare la Bibbia: “Allora, errata corrige: sposto Adamo nel ventre della balena e metto Isaia nel giardino dell’Eden”.Su un piano razionale, sono scettico: è raro che un acquisto d’inverno riaggiusti un’intera annata, e ancora più raro in paragone alle spropositate speranze riposte in questo buffo mercatino. È successo forse una sola volta, nell’inverno 1997-’98, quando Edgar Davids da mela marcia nel Milan si trasformò in carrozza dorata nella Juventus, facendole vincere lo scudetto in rimonta proprio guardacaso sulla prima Inter di Ronaldo. Ma per un Davids che si chiama Wolfe e risolve problemi c’è un’infinità di Esnaider o di Mario Jardel, che più che problemi sono disgrazie. Tanto per restare all’attualità, mi sembra che finora l’unico acquisto ragionevole sia lo slavato Wilhelmsson, onesto macinatore di fasce destre che permetterà a Spalletti di fare qualche cambio in più e alla Roma di non giocare sempre per vie centrali, arrischiando magari di aprirsi talvolta in un 4-4-2 ad ampio respiro. Ecco, anch’io sono stato risucchiato dal vortice del calciomercato d’inverno e dalla smania del periodo ipotetico, quando invece avrei fatto meglio a mettere in chiaro che Ronaldo per il Milan sarebbe un acquisto incongruo come il calendario di Sophia Loren (semi)nuda per un elettrauto; piuttosto, l’elettrauto farebbe meglio a comprare il calendario di Roberta Missoni (tutta) nuda e il Milan un portiere vero e qualche difensore giovane. A proposito, chi è Grimi?

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