lunedì 4 giugno 2007

Il diritto all'errore

Voi forse non sapete che Boris Johnson è un membro del parlamento inglese (MP) e che i suoi fan (ha veramente un club organizzato di ammiratori) lo definiscono l’Adone conservatore. Questo non lo sapevo neanch’io, se devo proprio dire la verità., e l’ho scoperto soltanto due minuti or sono cercando notizie precise al riguardo (riguardo all’identità di Boris Johnson, non riguardo all’identità di un eventuale Adone conservatore). Invece stamattina, dando una scorsa a The Independent, ho scoperto che Boris Johnson si definisce “assolutamente illiberale” riguardo all’utilizzo della droga e che Boris Johnson ha sniffato cocaina; se ne deduce – non se ne deduce niente, almeno per il momento, perché ho sbagliato l’attacco. Scusate. Rifacciamo.

Voi forse non sapete che The Independent è con ogni probabilità l’organo stampa del demonio, sebbene presumo che il demonio si affretterà a smentire questa notizia e a querelarmi per diffamazione. The Independent, infatti, si basa su tre pilastri del giornalismo: dare le notizie da un punto di vista parziale, darsi ragione da sola, fare errori marchiani. Non ci credete? L’altro giorno hanno messo in ultima pagina (che, per le leggi del giornalismo inglese, coincide con la prima pagina di sport) un titolo enorme in cui il nome di Beckham era scritto Beckam (un po’ come se noi parlassimo a caratteri cubitali di Toti e Inzagi). La cosa non mi ha stupito perché sono talmente accecati dalla consapevolezza di avere sempre ragione da non rendersi conto che di tanto in tanto scrivono cazzate (un po’ come l’Inter, che era tanto presa dal trovare nuovi aggettivi per lo scudetto dell’onestà, dell’amore universale e della Gerusalemme Celeste da farsi sfuggire che sulla maglietta celebrativa avevano scritto “nerazzurro” con una erre di meno) (un po’ come quel giornale che si chiama come un dialogo di Platone, che il giorno dopo l’elezione del Papa illustrò con disegnino e didascalia che lo stemma di Ratzinger consisteva in due chiavi tenute insieme da una fune; presumibilmente, cinque minuti dopo la fumata bianca, erano andati sul sito del Vaticano e avevano fatto copia e incolla con lo stemma che si trovava sulla homepage, mancando di notare che la didascalia del sito spiegava espressamente: sede apostolica vacante. Ma è noto che il giornale che si chiama come un dialogo di Platone ha sempre talmente ragione che il Papa ha già umilmente deciso di adeguarsi cambiando il proprio stemma). Sia chiaro che non comprerei mai The Independent perché non voglio che nemmeno un quinto di mezza sterlina dei miei risibili guadagni finanzi robaccia simile, ma per assurdo oggi avrei potuto farlo al solo scopo di gettare tutto il resto e conservare solo pagina 19, dove campeggiava un enorme avviso pubblicitario che invitava il lettore ad organizzare per tempo il proprio funerale. Purtroppo la copia che ho fatto finta di leggere era pubblica, pertanto non ho potuto strappare il ritaglio per tradurvelo. Fate conto che, in scrittura fittissima, l’enorme pubblicità esordiva spiegando che quando pensiamo ai nostri cari, l’ultima cosa che vorremmo è essere loro di peso dopo la nostra morte, e di seguito proponendo una sorta di mutuo rivolto a qualsiasi inglese di età compresa fra i cinquanta e gli ottant’anni, specificando inoltre – e qui stavo veramente per compiere l’insano gesto di andare in edicola a comprare The Independent, così da verificare se fosse scritto davvero su ogni copia – di tener presente che il costo del funerale aumentava con il passare degli anni, così che per ottimizzare i costi era necessario non morire più tardi di due anni dopo aver iniziato a pagare; fermo restando che, specificava ancora l’annuncio, in caso di morte antecedente ai due anni sarebbe stata applicata una piccola ma comprensibile sovrattassa. Ma ho divagato di nuovo e questo non c’entra nulla con quello che volevo scrivere, quindi devo ricominciare da capo.

Voi forse non sapete che quando voglio spegnere il cervello ascolto RDS; che RDS ti insegue ovunque perché è possibile ascoltarla ventiquattr’ore su ventiquattro via internet, anche se si è in Lapponia, a Kuala Lumpur e perfino a Oxford; che RDS ha l’esclusiva italiana per non so quale concerto contro il surriscaldamento del pianeta, che com’è noto ha una pronta tendenza a raffreddarsi quando sente cantare Madonna e/o Biagio Antonacci; che di conseguenza i dj di RDS, incuranti del mio desiderio di spegnere il cervello, da un po’ di giorni non parlano quasi d’altro che di questo surriscaldamento e come madre nobile e fonte autorevole citano, non c’è scampo, The Independent, la quale riguardo surriscaldamento del pianeta sta facendo un notevolissimo sforzo editoriale per creare allarmismo, vendere più copie e far sì che non resti un solo inglese che non sappia che non sanno come si scrive Beckham. Così oggi pomeriggio tento di spegnere il cervello e invece niente, arriva il dj di RDS che se n’esce con The Independent, col surriscaldamento del pianeta e con questo benedetto concerto che, assicura, coinvolgerà artisti di sette continenti. Resto perplesso. Se ne deduce che o RDS e The Independent contano i continenti come se stessero giocando a Risiko (l’America Latina dà diritto a due carri armati, l’Europa se non sbaglio a cinque), oppure The Independent ha deciso che limitarsi a sensibilizzarne cinque non era sufficientemente etico e che pertanto bisognava comprarne altri due. Allora spengo il computer e vado a correre, nonostante che la caviglia destra mi faccia male come se nel weekend mi avessero crocifisso.

Qual è la sottile linea rossa che lega Boris Johnson MP al surriscaldamento del pianeta? O meglio, visto che si tratta di cocaina, qual è la sottile pista bianca? Questa: che The Independent è troppo concentrata sugli errori degli altri per accorgersi dei propri, e che è troppo abituata a darsi ragione da sola per ammettere che qualcun altro possa sbagliare impunemente. (Parentesi: sebbene sia teoricamente più corretto il genere maschile, parlo di The Independent al femminile perché è la perfetta incarnazione cartacea di una donna intellettuale, de sinistra, agnostica, ovviamente isterica e pure brutta. Oltre che vegetariana e interista.) Dunque, se Boris Johnson tempo fa ha sniffato cocaina (fra l’altro questo onorevole Johnson, sembra, s’è vantato che la cocaina non gli abbia fatto alcun effetto, ma a guardare la sua pettinatura mi sorge qualche dubbio), è evidente che per The Independent Boris Johnson non può sostenere che sniffare cocaina sia male e che la cocaina vada proibita. Se ne deduce, sottintende The Independent col metodo viscido e repellente che le è tipico, che sniffare cocaina è bene e che Boris Johnson è invece un mascalzone.

Lo stesso ragionamento soggiaceva alla messa in onda del documentario sui sacerdoti pedofili, che non per niente arrivava da queste latitudini: dimostrare in un sol botto che il Papa parla contro le unioni omosessuali e compagnia bella (premessa maggiore), che nella Chiesa ci sono stati sacerdoti omosessuali o peggio ancora pedofili (premessa minore) e che quindi la Chiesa deve tacere una buona volta e lasciare che ognuno faccia i comodacci propri. Se avessi un figlio, e se questi a quattro anni ragionasse così, lo riterrei irrimediabilmente immaturo e chiederei all’eventuale mamma se c’è qualcosa che non mi ha detto. Più in generale The Independent, il giornale che fa finta di essere un dialogo di Platone, l’Inter e le intellettuali isteriche fanno probabilmente parte di un complotto anticattolico e antiumano (oltre che anti Boris Johnson, poveraccio) che non intende concedere ad alcuno un margine di errore, né riconoscere che l’esperienza (sbagliata) possa portare a maggior consapevolezza e veridicità di una polifonia di tromboni scoreggianti. Al contrario il cattolicesimo, ogni uomo decente e in particolare Boris Johnson ritengono di avere diritto all’errore, anzi, di esservi a priori condannati e, proprio per ovviare a questa condanna, di avere la possibilità e il dovere di cercare sempre di migliorarsi, sbagliare di nuovo, emendarsi, inciampare, rialzarsi. Oltre che di rileggere per controllare se Beckham è scritto con o senza la mutina, consonante notoriamente irta d’insidie nascoste.

Questo grossomodo ho riferito l’altra sera a una signorina la quale, poiché sa l’Inglese molto meglio di me, l’ha sintetizzato con un trattino: self-righteousness, ossia il sentimento di chi si sente talmente nel giusto che gli basta notare di essere nel giusto per confermare di essere nel giusto (l’Italiano, a differenza dell’Inglese, non è una lingua sintetica). E a chi osa dire una sola parola in difesa di The Independent, risponderò chiedendo dove va in vacanza: perché nel 2003 l’autorevole quotidiano che ha sempre ragione pubblicò un articolo in cui il corrispondente da Roma illustrava inoppugnabilmente che gli Italiani si vantano per tutto l’anno di andare in vacanza nei posti più esotici, salvo poi quando arriva l’estate chiudersi per tre settimane nello scantinato ed evitare di far rumore per non far brutta figura coi vicini.

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