mercoledì 13 febbraio 2008

Laicità obbligatoria



Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!
(Giona 3, 4)

Santi e secchioni, fuori dai
(Alice Munro)


Ammetto che avevo rimosso l’esistenza di Libertà e Giustizia, l’associazione nata qualche anno fa fra grandi strombazzamenti e magna profusione di Umberti Echi quale strenua resistenza al governo Berlusconi, che com’è noto ha ridotto la libertà di stampa, imposto la visione obbligatoria della messa domenicale su Rete4 e soprattutto vessato le classi più indigenti (quali professori universitari, opinionisti di professione, autori di volumi da acquistare necessariamente ma da non leggere mai). Se non che Libertà e Giustizia è sopravvissuta al governo Berlusconi e ha continuato a difendere la libertà di pensarla a modo suo (ma non diversamente), come ho potuto constatare ieri sera nel corso di una conferenza alla quale ho assistito per esclusivo rispetto nei confronti della presenza del Vescovo di Pavia (che non dovrebbe essere iscritto a Libertà e Giustizia, a quanto ne so; o almeno spero).

È stato affrontato un tema inedito, la laicità, con ammirevole equidistanza: il moderatore ha voluto dedicare la meritata attenzione, infatti, all’“alleanza mefistofelica” fra gli interessi delle gerarchie ecclesiastiche e “le ciniche scelte” della “ridicola genia” degli atei devoti, rappresentati da un grande (e grosso) giornalista, direttore di un celebre quotidiano, che non è mai stato nominato ma del quale sono stati ribaditi la disonestà intellettuale e l’esclusiva attenzione al ritorno privato (è noto, infatti, che meno persone abortiscono più Giuliano Ferrara ingrassa).

Un celebre filosofo della politica ha spiegato con sufficiente chiarezza che bisogna stabilire un’immaginaria asticella del danno procurato, al di sopra della quale le azioni vanno punite, ma al di sotto della quale vanno permesse. Esempio pratico: la pedofilia si colloca al di sopra dell’asticella, poiché procura indubbiamente un danno all’umanità, pertanto va sanzionata. L’aborto, l’eutanasia, la fecondazione assistita ballano il limbo al di sotto dell’asticella, pertanto non c’è necessità di sanzionarli (ferma restando la possibilità di evitarli privatamente, che è già qualcosa). Nessuno ha chiesto al filosofo chi stabilisce l’altezza dell’asticella, visto che si tratta esattamente del punto in questione (io ritengo che aborto, eutanasia, fecondazione assistita e compagnia bella si collochino ben al di sopra dell’asticella; un pedofilo mi dirà che la pedofilia si colloca sotto, e così via). Probabilmente, risposta sottintesa, la stabilisce il filosofo stesso.

Un professore di fisica si è domandato cosa succederebbe se ogni domenica a mezzogiorno, da una finestra del Quirinale, si affacciasse il Presidente della Repubblica per chiedere al Vaticano di abolire il celibato degli ecclesiastici, consentire il sacerdozio femminile e introdurre un’ora settimanale di darwinismo spinto in tutti i seminari. Trattandosi di una delle conferenze organizzate apposta per rabbonire la coscienza del pubblico facendolo sentire intelligente per un paio d’ore, per l’aula non è risonata pernacchia alcuna, né si è avuta la maleducazione di ricordare al professore di fisica che il Presidente della Repubblica, abitando al Quirinale, vive in casa d’altri (d’altronde, non era mica un professore di storia).

Va lodato l’intento laico di non imporre al Vescovo di sputare coram populo sul Crocifisso.

Di là da queste amene considerazioni, che lasciano il tempo che trovano perché non sarò certo io (temo) a frenare la deriva dei tempi e dei cervelli, ho ritenuto opportuno star fermo e zitto fino al termine della conferenza perché sono una persona educata (io), ma ci sarebbe stato motivo sufficiente di prendere cappello e andarsene sin dalle prime parole del moderatore immoderato. È tuttavia servito, restare, a sfilare via dall’aula più convinto che questa lista pro-life sulla quale ero e sono un po’ scettico potrebbe servire a qualcosa: se Libertà e Giustizia ha abbaiato così tanto, evidentemente qualcuno deve averle pestato la coda, e Giuliano Ferrara non è propriamente un fuscello.

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