martedì 6 maggio 2008

Un due Trento

1) Noialtri, da queste parti, non possiamo che essere contenti dell'elezione di Boris Johnson a sindaco di Londra. Fosse soltanto perché è conservatore, il nostro entusiasmo sarebbe contenuto; invece gongoliamo senza ritegno perché Boris Johnson è la prova vivente della coincindentia oppositorum: giornalista di enorme successo che inventava dal nulla delle citazioni per darsi ragione, direttore dello Spectator che (si) consegnava i propri pezzi con ritardi clamorosi e giustificazioni inaccettabili, amante del buon cibo in una terra di vegetariani, amante del buon vino in una terra di ubriaconi, allievo della scuola più esclusiva d'Inghilterra che non ha l'aria di un secchione, sposato e risposato, Boris Johnson raggiunge l'apice della mia ammirazione nel momento in cui apprendo che arrivò in ritardo al proprio matrimonio. Qui sotto potete osservarlo in un alacre momento di lavoro:


(Si noti che è quello al centro). Noialtri riteniamo che si possa essere seri senza risultare lamentosi, che si possa sbagliare una volta senza venir crocifissi, che si possa godere con moderazione del cibo e delle donne senza diventarne schiavi. Esattamente undici mesi or sono, come ricorderanno i gurradomani dotati di calendario, durante il mio ultimo soggiorno oxoniense avevo introdotto il personaggio Boris Johnson così esordendo: Voi forse non sapete che Boris Johnson è un membro del parlamento inglese (MP) e che i suoi fan (ha veramente un club organizzato di ammiratori) lo definiscono l’Adone conservatore. Questo non lo sapevo neanch’io, se devo proprio dire la verità., e l’ho scoperto soltanto due minuti or sono cercando notizie precise al riguardo (riguardo all’identità di Boris Johnson, non riguardo all’identità di un eventuale Adone conservatore). Invece stamattina, dando una scorsa a The Independent, ho scoperto che Boris Johnson si definisce “assolutamente illiberale” riguardo all’utilizzo della droga e che Boris Johnson ha sniffato cocaina; se ne deduce – non se ne deduce niente, almeno per il momento, perché ho sbagliato l’attacco. Scusate. Rifacciamo.

Boris Johnson è il nostro padrino, e con la sua aria sperduta saprà insegnare alla Londra decaduta negli ultimi decenni how to behave, come comportarsi.

2) Alla fine ieri sono riuscito ad ascoltare Cosimo Argentina in diretta su Fahrenheit, pur non possedendo un apparecchio radiofonico, grazie a un'ardimentosa manovra sul sito di Radio3. Dovessi spiegarvi come ho fatto, non saprei dirvelo; fatto sta che miracolosamente lo streaming via internet che non ha mai funzionato improvvisamente ieri mi ha consentito di ascoltare mezz'ora di Argentina. Dopo di che un tizio che suppongo essere Marino Sinibaldi ha dato la linea a non so chi, e lo streaming ha cessato di funzionare. Poco male.

Nel frattempo avevo avuto tempo e ritempo di leggermi con comodo Maschio Adulto Solitario, che provvederò a recensire quanto prima, e sul quale mi sono fatta un'idea precisa. L'ho iniziato sabato mattina, sul treno che da Milano mi portava a Verona, dopo aver scritto a Cosimo: L'ho guardato: il titolo è perfetto, non solo metricamente ma anche graficamente; la copertina è azzeccata; ora devo solo leggerlo ma mai come questa volta mi sento sicuro. L'ho continuato domenica pomeriggio, sul treno che da Trento mi riportava a Milano, e ho riscritto a Cosimo: Sto su un treno a leggere MAS, sono a pagina 143 e si profila il capolavoro. L'ho finito ieri pomeriggio nell'umida Pavia e ho scritto a Cosimo per la terza volta: Ho appena finito MAS e fa' che è un capolavoro; mi ha fatto ridere e piangere e capire perché siamo amici.

Le risposte di Cosimo le tengo per me.

3) Avrei gradito possedere un apparecchio radiofonico anche domenica scorsa, mentre io passeggiavo per Trento e il Milan passeggiava sull'Inter, ristabilendo l'ordine costituito per il quale noi vinciamo e loro perdono. Vinceranno tuttavia lo scudetto, un po' a caso, e potranno sistemarlo insieme a quello dell'anno scorso, secondo i nostri preteriti suggerimenti. Tuttavia la mia signorina fidanzata è tridentina, ragion per cui potrebbe essere valsa la pena di non vedere il derby e passeggiare per Trento, che mi ha fatto quasi passare il mio decennale terrore per la montagna. I monti circostanti, se non altro, non incombono sulla città e non incutono subitanea voglia di fuggire nella prima pianura che si riesca ad acchiappare (cioè a Modena).

Fermo restando che dal momento in cui ho messo piede in stazione, sabato a mezzodì, ogni singolo bulbo pilifero del mio corpo s'è dilatato urlando: "Concilio, Concilio!". Passeggiando per Trento, il Concilio non è mai finito; non è finito di fronte alle innumerevoli aquile (una delle quali si morde un'ala sopra una fontana), né di fronte all'asimmetrica facciata del Duomo (con un campanile fatto e l'altro no), né soprattutto di fronte al trionfante baldacchino che ammanta l'altare maggiore del Duomo stesso. Anzi, nel momento in cui si sente il celebrante - domenica mattina alle 10 - dire testualmente che "anche ai preti capita d'invecchiare, grazie a Dio, se non muoiono prima", be', allora viene voglia di indirne un altro, di Concilio.

E poi a Trento, come a Napoli e forse in ogni città d'Italia esclusa la Lombardia, i libri usati costano poco. Da una bancarella ho comprato due romanzi praticamente nuovi, pubblicati non prima di un anno fa e ancora in edizione hardback, in perfetto stato e al costo di 5 euri. Complessivamente, non ciascuno; e il rivenditore mi ha pure ringraziato per il furto che stavo perpetrando a suo danno. Due giorni prima sono andato da un remainder di Pavia: ho gironzolato per gli scaffali, ho diviso adeguatamente i volumi in due insiemi (roba scadente da un lato, dall'altro roba scadente che costava troppo), finché non ho trovato un'edizione dal dorso spaccato di Max e i fagociti bianchi (Henry Miller, ignoranti!). Ho deciso di comprarlo. Ho sbirciato il prezzo. Venti euri: ho riposto il volume nello scaffale, e con quei soldi me ne sono andato a Trento, dove ne è valsa la pena.

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