venerdì 17 ottobre 2008

Letterine letterarie (6)

Anto', parliamoci chiaramente. Se non ci fosse stato il web (blog, email e quant'altro) io e te non saremmo mai diventati amici. Dico di più: non ci saremmo mai incrociati, ché ci separano diverse centinaia di chilometri. Io ho moglie e figli e una vita - come ho scritto - più complicata di Rachida Dati, senza avere i mezzi economici (e non) a disposizione del ministro. Tu hai diecimila amanti e scrivi ventitré ore al giorno; da Facebook ho appreso che giochi anche a bigliardo, mentre io la stecca non l'ho appesa al muro, l'ho regalata. Anni fa una comune amica mi disse: dovresti conoscere Antonio Gurrado, avete molte affinità culturali, sono sicura che diventereste amici. Così è stato. Da allora io passo a leggerti su Allineato e Coperto e tu vieni a trovarmi sull'Eminente Dignità del Provvisorio. Grazie a Facebook abbiamo un altro luogo da condividere, nel quale tenersi d'occhio è ancora più immediato e facile.
Roberto Alfatti Appetiti

Robbe', alla primavera dello scorso anno ero a Oxford e un'universitaria americana mi aveva proposto: "Ci sentiamo su Facebook". Ho dovuto ammettere la mia ignoranza (una volta tanto). Lei mi ha spiegato di cosa si trattasse, nell'Inglese incerto che caratterizza le universitarie americane, io ho espresso un sano scetticismo (un po' come il signore ottocentesco che, guardando partire il primo treno, dichiarò che non sarebbe andato lontano - in tutti i sensi; un po' come il signore novecentesco che, ascoltando il primo provino dei Beatles, disse che il loro sound era decisamente superato), quindi le ho detto che allora non ci saremmo sentiti affatto.
Poi, a partire dall'autunno, ho vissuto a Pavia e lì sono stato progressivamente accerchiato da un centinaio di universitari italiani impazziti i quali, nell'Italiano incerto che li caratterizza, hanno intessuto magnifiche lodi (e progressive) di Facebook facendo riferimento a gruppi e consorterie massonico-esoteriche di questo o quel Collegio, di questa o quella Carboneria, tanto da farmi prendere il coraggio a due mani, un pomeriggio invernale, scolpire il mio profilo ed entrare per uno o due giorni di prova, tanto per vedere com'era. Oggi ho 143 amici, fra i quali te (ma anche Sabina Guzzanti e Annalena Benini, Michela Murgia e Livio Romano e Cosimo Argentina, oltre a ex fidanzate mie e altrui, signorine inverosimili, morbosi rompicoglioni, etc.), 8 foto (nella maggior parte delle quali gioco al bigliardo, appunto) e 15 gruppi (fra i quali spiccano "Io odio Trenitalia", "Monty Python's Completely Unnecessary Webring" e "Il Telo Sulla Ghirlandina". Risulto altresì fan sfegatato di 12 faccende: Sarah Palin, il Milan, Damiano Cunego, Corrado Guzzanti, Yelena Isinbaeva, Giovannino Guareschi, Voltaire, James Joyce, Berlusconi, i Beatles, Franco Battiato e San Pio V.
Il bello è che da un paio di settimane stanno crescendo esponenzialmente gli iscritti meridionali - cosa che, oltre a consentirmi di ritrovare compagni di liceo dimenticati (a torto o a ragione), dimostra come Facebook abbia conquistato l'Italia.
L'altro giorno mia madre ha detto che se la aiuto si apre un profilo anche lei. Non la aiuterò.

Onorevole Gurrado,
se non ora, quando? Se non ora, dove? Se non ora, chi?
Antonio Di Pietro

Giusto, le dirò di più: se non ora, come? Se non ora, quanti? Se non ora, perché?

Gurrado, ma queste lettere son vere o fanno parte della fiction? Ma sai che a te dovrebbero farti columnist del Giornale, chessò, o dell'Independente? Ho una domanda pure io, vera (non scherzo): qual è il mezzo tecnico-giuridico con cui il Papa dà direttive ai vescovi e quale quello con cui emana urbi et orbi la dottrina al popolo? Non scherzo, davvero, non mi far tirare giù il manuale di diritto canonico. Lettera episcopale la prima ed enciclica la seconda? Mi par troppo semplice...
Livio Romano

È vero Livio, ti avevo promesso di documentarmi e invece - colpevolmente - non l’ho fatto così come non ho provveduto a documentarmi sulla situazione politica scozzese riguardo alla quale mi chiede lumi Giancarlo (il quale, essendo scozzese e vivendo in Iscozia, dovrebbe tuttavia saperne un po’ più di me; credo; spero). Il fatto è che sabato pomeriggio mi sono messo a leggere un libro, e questo libro è lungo 1304 pagine senza contare le ulteriori 130 di note per un complessivo ammontare di 1434 pagine, e questo libro è Infinite Jest e il suo autore è David Foster Wallace, e questo libro parla fra le varie altre cose di un film che se guardato una volta trasmette l’irrevocabile desiderio di riguardarlo una volta ancora senza smettere giammai secondo le più elementari leggi della dipendenza, e questo libro enorme causa lo stesso identico effetto del film di cui parla, e se arriva un momento nella giornata in cui ho tempo e modo di prendere un libro per documentarmi sul Papa o sulla Scozia finisco invece irrimediabilmente per prendere Infinite Jest e leggerlo fino al momento in cui non crollo o in cui scade il tempo a mia disposizione, e così senza contare le note sabato sera ero a pagina 90, domenica sera a pagina 303, lunedì a pagina 501, martedì 642, mercoledì 908, giovedì niente perché avevo la febbre, oggi vedremo, e insomma se tutto va bene lo finisco entro il weekend e spero bene di non ricominciarlo da capo, altrimenti la vedo male per te e per Giancarlo e per il Papa e per la Scozia.

E io me ne vado dall'Italia.
Roberto

E noi non sentiremo la mancanza.

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