martedì 2 dicembre 2008

Abbastanza Paradiso

Il 2 dicembre 2007, un anno fa esatto esatto, sostenevo la tesi di dottorato intrattenendo sette professori e una quarantina di amici.

Per festeggiare, quest'ultimo weekend sono andato a Modena; e come sempre una volta arrivato ho iniziato a essere assalito su una serie di progetti riguardo a cosa e come scrivere - descrivere anzi - una volta che mi fossi ritrovato col portatile sottomano. Se non che il portatile non era affatto a Modena con me, bensì a Pavia dove scrivo ora. Ragion per cui al momento mi ritrovo davanti allo schermo nel vano tentativo di una ricollezione di quanto visto e provato in loco.

Quello che ho visto lo so a memoria. La stazione, dall'interno verso l'esterno. Il traffico di viale Monte Kosica. Corso Vittorio Emanuele. Il retro dell'Accademia. La Ghirlandina (leggasi: il telo sulla Ghirlandina) da lontano. Il davanti dell'Accademia. La candida statua di Ciro Menotti. Il portico di via Farini, il caffè Giusti. L'ex bar dell'amico Willy. Il passeggio sulla via Emilia. Il collegio dove ho fatto il dottorato. La Bona. Piazza Grande. La Ghirlandina (leggasi: il telo sulla Ghirlandina) da sotto. Via Carteria. La statua di Muratori. Via Ganaceto. La Pomposa. La tomba di Muratori dentro la Pomposa. Via del Taglio. L'altro ex bar dell'amico Willy. La Feltrinelli, addirittura. Altro passeggio sulla via Emilia. Largo Garibaldi. La fontana con Secchia e Panaro. Il mercato di piazza XX Settembre. Fermatemi prima che sia troppo tardi.

Le emozioni collegate, invece, si sono come staccate e non potranno tornare se non di fronte al medesimo itinerario di cui sopra, che serve a non sentirsi addosso l'anno che oggi è passato - anzi a risentire intensificati e concentrati i tre anni in cui passare sotto la Ghirlandina (senza telo) o davanti alla statua di Muratori era una cosa quotidiana ma non per questo meno eccezionale. Quindi oggi se parlo di Modena non posso scrivere niente che un nudo elenco topografico.

Per fortuna sono previdente e quindi, fra una cosa e l'altra, ho avuto tempo di andare alla biblioteca Delfini in corso Canalgrande; sono entrato come se vivessi lì e fossi un utente comune e potessi ancora prendere dei libri in prestito. D'altra parte potevo, posso ancora prendere dei libri in prestito inquantoché la tessera è vitalizia e ovviamente l'ho conservata. Ho controllato il portadocumenti azzurro e tutto sfasciato che mi ritrovo ed effettivamente dietro la carta d'identità c'era la tessera della Delfini.

Per fortuna sono parsimonioso e ho calcolato che andare e tornare da Modena costa 20 euri. I tre libri che ho gratuitamente preso in prestito, invece, costavano uno 17 euri, uno 16 e mezzo e l'ultimo 15, per complessivi 48 euri e mezzo. Vale dunque la pena di andare a Modena a prenderli e tornare a restituirli una volta finiti; perché c'è il valore aggiunto che ogni volta che vado a Modena vedo Modena, cosa ovvia, ma anche, cosa meno ovvia, che mentre sono qui a scrivere che non posso riprodurre l'emozione provata a Modena eccetera eccetera custodisco invece in camera tre pezzi di Biblioteca Delfini, che saranno poco ma pur sempre meglio di niente.

Vabbe'.

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