lunedì 26 gennaio 2009

Dialogo di un passeggere e di un venditore d'Almanacchi Panini

(Gurrado per Quasi Rete)

Non tornereste voi
a vivere cotesti vent’anni,
e anche tutto il tempo passato,
cominciando da che nasceste?
(Giacomo Leopardi)

“Ibrahimović! Ibrahimović, Ronaldinho, Amaurì! I più grandi campioni di ogni tempo sulla copertina del nuovo Almanacco…”

“Senta un po’, invece di strillare, che roba è che sta vendendo?”

“Il nuovo ultimissimo Panini, l’Almanacco Illustrato del Calcio 2009, come si può evincere dall’elegante scritta in verde su fondo azzurro cupo; l’opera che racchiude in sé tutte le statistiche dell’anno addietro e il prontuario di ciò che si deve sapere sulla stagione in corso, quella, come lei sa, migliore di ogni tempo.”

“Quasi non lo riconoscevo, così conciato, l’Almanacco, col fotomontaggio in copertina di Ibrahimović gigante frammezzo ai nanetti Ronaldinho, Amaurì e De Rossi. Si è che io ero abituato da ragazzo a vedere la copertina dedicata all’azione di un campione di questa o quella squadra ma quasi sempre con la divisa della nostra Nazionale, per evitare favoritismi e garantire un tono, come dire, istituzionale al volume.”

“Dovrà comprendere, illustrissimo, che la copertina rispecchia i tempi e i tempi dicono che da tre anni filati lo scudetto lo vince l’Inter, che quindi è la più grande squadra dell’universo, e che il medesimo Ibrahimović vince campionati in fila da quattro anni addirittura, cosa non da poco se si considera che giocava nella Juventus non più tardi del 2006. Tali informazioni le ritrova pari pari nell’anagrafe con le schede personali di tutti i calciatori di serie A e B, cento pagine quasi da Abate Ignazio, centrocampista del Torino, a Zuniga Juan Camilo, chiunque egli sia.”

“Cento pagine quasi! Io ben la ricordo l’anagrafe che apriva l’Almanacco di quand’ero io ragazzo, facciamo nell’edizione 1991 che mi porto sempre appresso per illudermi che il tempo non passi; e da Abate Beniamino, portiere indimenticato, a Zunico Giacomo, altrettanto indimenticato portiere, non correvano che cinquanta pagine, la metà.”

“La metà senza dubbio, illustrissimo, se non che i tempi cambiano: e quando lei era ragazzo, con rispetto parlando, le schede personali dei calciatori di serie A e B servivano a ripassare ciò che si era già imparato a memoria con l’album delle figurine o anche soltanto seguendo Novantesimo Minuto, ché tanto giocavano sempre gli stessi e non cambiavano quasi mai compagine; oggidì invece l’anagrafe è necessaria a slabirintarsi fra sconosciuti a centinaia, tanto che la figura dell’esotico la fa un lunatico tipo Maldini Paolo che dalla stagione 1984-1985 incolonna sempre Milan, Milan, Milan…”

“Me la ricordo, la stagione ’84-’85, e pure l’Almanacco che la precedé; aveva la foto di copertina confinata in una cornice laterale, con Conti Bruno che sembrava voler correrne fuori, ed è il primo di cui la mia memoria abbia contezza. Più simile a un manuale della Hoepli che a un carnevale di Rio, aveva questa severa patina di bianco e nero che scendeva sulle foto delle squadre in posa, via via che veniva presentata la stagione in corso, e che pareva tradurle dalla variopinta quotidianità delle alterne vicissitudini in campo all’immutabile monocromia della Storia…”

“Si fermi, ristia, illustrissimo; oggidì c’è il colore e la tipografia non è più composta a colpi di polpastrelli anneriti. Ricorda il rosso macchiato della Roma vincitrice dello scudetto nel 1983, o il pallore ceruleo del Napoli nel 1990? Guardi invece come risalta l’allegrezza del nero e dell’azzurro sulle maglie dei quarantasei effettivi necessari all’Inter per guadagnarsi l’ultimo scudetto! E che dire della cronaca del campionato scorso? Io serbo in magazzino anche degli Almanacchi arretrati, e potrei mostrarle esempi a frotte di tabellini a lutto, dove per avere un’idea della partita bisognava leggersi ogni rigo con lo stesso entusiasmo che si dedicherebbe all’elenco della Sip; e dove, per cumulo di ridicolaggine, la squadra che vinceva era sempre citata per prima e quella invece che giocava in casa era segnata con un fastidioso asterisco. Guardi ora invece che caleidoscopio, che panopticismo, che reiterato affresco di Michelangiolo! Per ogni giornata ci sono due foto in grande della medesima, e per ogni partita il risultato è evidenziato in giallo, e per ogni squadra viene riportata la maglietta precisa che ha indossato magari solo quel giorno.”

“Ma per far questo s’è dovuto allargare lo spazio da una a due pagine per giornata, ed è quindi venuta meno la sezione sulla storia dei campionati; che prima includeva i quadri con tutti i risultati stagione per stagione dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, e ora invece è ridotta a una pagina d’albo d’oro e alcune considerazioni sparse su tiratori scelti, vincitori di più campionati, rigoristi, sfide stracittadine; il tutto dopo la Coppa Italia per giunta.”

“Era un inutile peso che si ripercuoteva su ogni volume, sempre uguale con l’aggiunta di un campionato all’anno; e rubava tempo e rubava spazio. Ora invece potrà trovare gli stessi quadri coi risultati complessivi sì, ma di ogni girone della Serie D. Le pare nulla sapere con incrollabile certezza che Pontevecchio-Sansepolcro è finita 1-0 all’andata, e 0-2 al ritorno? Non le sembra tutta un’altra cosa la Serie C, ora che si chiama Lega Pro? Mica per caso sono stati inclusi i tabellini completi delle partite per playoff e playout, che quand’era ragazzo lei illustrissimo, con rispetto parlando, non si riusciva nemmeno a concepirli e veniva promosso, come se niente fosse, chi si piazzava più avanti in classifica: questo è fatto perché chiunque compri un’edizione dell’Almanacco conosca nel minimo dettaglio ogni goal che sia stato segnato nell’annata antecedente.”

“Al contrario invece prima l’Almanacco voleva che chiunque ne comprasse una qualsiasi edizione, sapesse tutto del calcio dalle origini a quel momento. Idem per le coppe e i trofei internazionali. Se mi permette di sfogliare quest’edizione del 1991 noterà che dei Mondiali e degli Europei sono riportati tutti i risultati delle fasi finali, e noterà…”

“Ma sull’Almanacco 2009 agli Europei è dedicato uno speciale di trentadue pagine nientemeno: con i risultati di tutte le edizioni precedenti e i tabellini di ogni finale; e tutti i tabellini e le fotocolor dell’edizione dell’ultima estate; e le statistiche con gli effettivi e i loro ritratti di tutte le sedici finaliste del 2008. Idem per la Champions League…”

“Ma in compenso converrà, buon uomo, che se le chiedessi di trovarmi sull’unghia la sezione dedicata al Campionato del Mondo o Coppa Jules Rimet, la competizione più importante che vi sia e che ci gloriamo di detenere ancora, sono sicuro che non l’acchiapperà affatto facilmente. Glielo dico io dov’è, prima che impazzisca e consumi le pagine sfogliando: consiste in nove righe in un angolino in alto a p.659, subito dopo l’albo d’oro del campionato mondiale militare, detenuto dall’Egitto, e il torneo under 17 asiatico, detenuto dal Giappone. Idem per le coppe Europee: a che pro pagine e pagine sull’ultima edizione della Champions League, con illustrazioni di maglie mutevoli come coriandoli gettati negli occhi, se poi la storia dalla quale dovrebbe trarre importanza è sintetizzata in una sola pagina di albo d’oro, con l’indicazione della finalista perdente ma senza specificare il risultato? Per non parlare della Coppa Uefa e della Coppa delle Coppe ormai clandestina, ridotte a scheletriche liste di vincitrici che, sant’Iddio, hanno tanto spazio quanto l’Intertoto. Invece quand’ero ragazzo io a ogni edizione di ogni coppa veniva dedicato il suo paragrafo di narrativa col tabellino della finale e non solo, pure l’elenco delle avversarie via via affrontate dalle italiane, fino a essere eliminate una a una o fino a che l’ultima superstite non arrivava in finale e magari vinceva. Ed era l’unica maniera d’immaginarsi l’Europa e conoscerla, leggendola sui nomi delle squadre esotiche di cinque o trent’anni prima; ma era anche l’unico metodo per rivivere a una a una decine di edizioni dei trofei che scandivano la nostra quotidianità, e restare col fiato sospeso per un Cesena-Magdeburgo del 1976.”

“Ma non è più il 1976, illustrissimo, è il 2009 ormai. Ed è cambiato il calcio, è cambiato il tempo, e quindi è cambiata anche la maniera di misurarlo e fissarlo in una qualche eternità. Per questo dunque la stagione in corso è sempre migliore e più importante di tutte le precedenti.”

“Mi scusi sa, ma lei da quanto vende di codesti Almanacchi?”

“Eh, saranno vent’anni oramai; ma con gli arretrati posso risalire con un po’ di sforzo al 1971, che lei nemmeno era nato. Ma desidera alfine comperarlo l’Almanacco Panini 2009?”

“Certo che lo compero, ci mancherebbe altro, non riesco a passare anno senza. E anzi mi faccia un favore, me ne alleghi anche uno di prima che nascessi, usato e logoro, scappato dalle cianfrusaglie di qualche bambino più vecchio di me.”

“E cosa, illustrissimo, se ne fa mai di un Almanacco scaduto?”

“Lo apro all’ultima pagina e leggo l’elenco delle squadre campioni nazionali e squadre vincitrici di coppa, così mi consolo anzitutto pensando che tutto il gran teatro pedatorio di ogni latitudine può essere riassunto in una sola facciata d’inchiostro. Poi aprirò all’ultima pagina anche l’edizione 2009 e raffronterò le squadre campioni nazionali e vincitrici di coppa di quest’altr’anno. Spero di trovarle il più possibile le stesse, e mi consolerò pensando che noi passiamo pure ma gli anni restano eguali.”

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