lunedì 1 febbraio 2010

Operazione gamba rotta (6)


San Geminiano, io lo so perché tanta di quella neve hai fatto cadere ieri sulla tua città e sulla tua festa. Intendevi suggerirmi che non nevica solo a Oxford ma anche a Modena. Grazie, apprezzo il pensiero, tanto più che potrò vantarmi di essere stato vittima della più grande nevicata inglese degli ultimi vent'anni e causa dell'unica nevicata modenese il dì del Santo patrono negli ultimi cinquanta.

(Fra parentesi, io purtroppo sono stato a Modena tre anni ma ti ho festeggiato solo una volta. Niente di personale: quando mi dovetti trasferire a Modena mi fu detto di arrivare il primo febbraio, esattamente cinque anni fa ora che ci penso (sottoparentesi: non fossero mai passati); una volta lì faccio per informarmi sul giorno del Santo e mi viene detto che era il giorno prima.)

A meno che, San Geminiano, quello di ieri non fosse un trucchetto sulla falsariga di quello che - si dice - giocasti ad Attila tanto tempo fa, quando facesti calare su Modena una nebbia così fitta, ma così fitta che l'invasore non trovò la città e tirò dritto. Da chi volevi proteggere Modena ieri? Hai dei sospetti sul nuovo Vescovo? Hanno minacciato di chiedere a Mimmo Paladino di incartare il resto del Duomo dopo la Ghirlandina?

(Fra parentesi, l'unico San Geminiano che ho trascorso a Modena fu una giornata di sole glorioso, neanche freddissima. Uso il passato remoto perché ormai il passato è remoto. Da un anno avevo preso l'abitudine di svegliarmi presto ogni mattina e, prima ancora di colazione, scendere a comprare il giornale (sottoparentesi: Il Foglio, che domande) e a bere un caffè anzi uno specialino in via Farini da Willy, che ora ha la tabaccheria alla stazione piccola, dagli un'occhiata. Poi facevo due passi per metabolizzare il caffè e dare una scorsa ai titoli dirigendomi verso Piazza Grande, o facendo il giro da Piazza Duomo se avevo tempo. Quest'abitudine mi consentì di vedere l'allestimento delle bancarelle poco prima delle otto del mattino, e alle dieci di sera ero ancora lì a vederle smontate. Sia chiaro, San Geminiano, con tutto il rispetto ma non è che restai lì piantato tutta la giornata come un citrone; però fra una cosa e l'altra passai la gran parte della mattina del pomeriggio e della sera in giro ora da solo, ora con qualcuno ora con qualcun altro, e man mano che si passeggiava si incontrava altra gente e i gruppi si scioglievano e si rimescolavano e diventavano un unico enorme gruppo in cui ognuno conosceva qualcun altro e tutti festeggiavano San Geminiano. Riassunsi Modena in un'unica passeggiata. Andai anche a Messa ma il Duomo era talmente pieno che a metà dovetti uscirmene per non soffocare. La cosa più bella era che il giorno di festa non sembrava un'eccezione schiaffata lì per far contenta la plebe, sembrava che la gente ti festeggiasse perché era contenta tutto il resto dell'anno - ma magari era l'effetto dello specialino di Willy, bevuto a stomaco vuoto, che mi faceva ragionare così romanticamente.)

San Geminiano, resto convinto che tu abbia voluto dimostrarmi ieri che nevica a Oxford come nevica a Modena, conseguenza diretta del fatto che piove sui giusti e sugli ingiusti. Fatto sta che la gamba a Oxford me la sono rotta e a Modena no, sono dettagli che alla fine pesano.

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