martedì 21 giugno 2011

Bisogna lanciare un’operazione Sant’Antonio contro l’estinzione del mio onomastico. La scorsa settimana si sono ricordate di farmi gli auguri persone per lo più comprese entro una ben ristretta fascia sociale determinata dall’intersezione di tre insiemi: over 50 (in alcuni casi anche over 70), residenti al sud, credenti. Una sparutissima minoranza che non ha potuto essere controbilanciata adeguatamente dal tiepido entusiasmo per Sant’Antonio da parte delle giovani generazioni (under 40), peraltro allertate da un messaggio subliminale via facebook altrimenti stavamo freschi: qualche pugliese, due abruzzesi, un sardo. Da nord sono arrivati auguri solamente da Padova, ma lì è oggettivamente difficile dimenticarsi del Santo negli altri giorni dell’anno, figuriamoci il 13 giugno. Fra trent’anni, quando ne avrò 60, quelli che mi fanno gli auguri ogni anno basculeranno fra gli 80 e i 100, a voler essere ottimisti. I meridionali si saranno tutti trasferiti al nord per necessità pecuniaria e, a meno che non scelgano Padova en masse, ne contrarranno il vizio di ignorare quei giorni speciali che pure permettono di sorprendere le donne con auguri che in questo reo tempo non s’aspettano più o ai quali peggio ancora non sono consapevoli di avere diritto (basterebbe scorrere la rubrica del telefonino: sant’Anna il 26 luglio, santa Barbara il 4 dicembre, santa Camilla il 14 luglio, santa Chiara l’11 agosto, santa Elisabetta il 17 novembre, santa Lucrezia il 23 novembre, santa Michela il 29 settembre, santa Silvia il 3 novembre, santa Teresa il 15 ottobre – senza considerare alcune finezze come la mia insistenza per celebrare Santa Giulia il 22 maggio come da desueto martirologio, o la questione quodlibetale su qualora una Maria Vittoria vada festeggiata il 23 novembre in quanto santa Vittoria o piuttosto il 7 ottobre, giorno della Madonna del Rosario altresì nota come Nostra Signora della Vittoria e quindi più pertinente al doppio nome). E i credenti? Onomastico dopo onomastico, petalo dopo petalo, dimenticanza dopo dimenticanza non ci sarà da stupirsi se fra trent’anni saranno diventati tutti mussulmani.

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