venerdì 9 dicembre 2011


“Essendo italiano il mio nemico è Giorgio Napolitano”, ha esordito quest’estate Camillo Langone scrivendo per Il Foglio un paginone a tema “Il mio nemico”. Poi, considerando che l’inimicizia col suddetto può ricadere sotto l’articolo 278 del Codice Penale, è addivenuto a più miti consigli prendendosela per il resto dell’articolo con un avversario meno inattaccabile quale Oliviero Toscani. Senza per questo voler rischiare la reclusione da uno a cinque anni, l’asserzione langoniana merita tuttavia di essere sottratta al proprio destino di boutade paradossale e va invece riletta alla luce della recente pubblicazione, per Marsilio, dell’edonistico volume Bengodi: i piaceri dell’autarchia.

Su Tempi in edicola questa settimana spiego chi fra Napolitano e Langone è più verosimile nel ruolo di salvatore della patria. Ci vediamo all'ora d'aria.