mercoledì 14 dicembre 2011

Gli intricati avvenimenti diplomatici degli scorsi giorni hanno dimostrato una volta di più che la principale difficoltà nel comprendere la politica britannica sta in un fraintendimento di fondo: gli europei continuano a interpretare il Regno Unito utilizzando una griglia di canoni principalmente continentali mentre il Regno Unito si percepisce come l'ultima espressione di un'evoluzione coerente nei secoli senza paragoni nel resto d'Europa. Per gli inglesi la Gran Bretagna che anzitutto due cose: un unicum e un continuum; di conseguenza i primi due valori nazionali da salvaguardare, strettamente interconnessi, sono la peculiarità e la tradizione.

Appurato questo, sul Foglio di oggi dedico un paginone a spiegare due curiosi dettagli: che le radici dell'isolazionismo britannico affondano nell'interpretazione della Bibbia e che a dimostrare questa teoria è stato, forse involontariamente, proprio il Guardian che è il gran nemico dell'eccezionalità e della tradizione britanniche. Poi, a mo' di grasso che cola, aggiungo anche un articolino firmato con un'insospettabile sigla (an.gur.) che fornisce un'interpretazione freudiana del secondo numero della rivista letteraria Granta Italia, interamente dedicato al sesso.

Anzitutto Freud avrebbe da dire riguardo al fatto che la costante dei racconti degli italiani sia la mutilazione. Sull'erotico trionfa ciò che Tinto Brass chiama l'orrotico: mancano del tutto la sessualità giocosa di un Pasquale Festa Campanile e perfino quella, grottesca e ripugnante ma titanica, di un Antonio Moresco. Sembra che per gli italiani il sesso si traduca in castrazione. Ciò forse spiega perché i loro racconti siano mediamente più corti dei corrispettivi stranieri.