lunedì 26 marzo 2012

Tutti ad applaudire Giorgio Napolitano, tutti a pendere dalle sue labbra mentre rivela di essere un uomo molto avanti negli anni (non ci aveva ancora pensato nessuno, pare) e di non avere l'intenzione minima di aspirare a un secondo mandato da presidente della repubblica, circostanza che se non s'è mai verificata in precedenza un motivo sicuramente ci sarà (ma non ci aveva ancora pensato nessuno, pare). Di più, Giorgio Napolitano s'è augurato, non si sa sulla scorta di quali ponderate considerazioni istituzionali, che il suo successore al Quirinale sia finalmente una donna. Non ci aveva ancora pensato nessuno, pare, ragion per cui s'è scatenato il putiferio: Rosy Bindi! No, Angela Finocchiaro! No, Livia Turco! No, Giovanna Melandri Debora Serracchiani Mara Carfagna Michela Vittoria Brambilla Nicole Minetti Alessandra Mussolini Ellekappa Cicciolina!

I corsivisti più arditi hanno voluto scovare nelle parole di Napolitano indicazioni concrete per scoprire cosa avverrà nel 2013; io sono più modesto e ne traggo due sole conseguenze generalissime. La prima è che se si ritiene che Giorgio Napolitano sia così bravo nel suo ruolo da rendersi insostituibile, o comunque da far postulare che un presidente della repubblica possa risultare tale, allora vuol dire che la carica avrebbe fatto meglio a essere vitalizia in quanto un bravissimo ex capo dello stato di cui non si fa altro che dire che fu ottimo costituisce una minaccia incombente su tutti i settennati successivi al suo.

La seconda è che le generazioni passano ma gli italiani continuano a pretendere dal loro presidente, costituzione nonostante, le caratteristiche salienti di un Re: prosecuzione indefinita del mandato e, in caso di abdicazione, indicazione diretta di un successore. Io non riesco a intuire cosa accadrà nel 2013 ma quest'istintiva persistenza radicatissima della più inveterata mentalità monarchica presso una vasta maggioranza dei miei compatrioti mi permette di sospettare cosa possa essere accaduto nel 1946.