sabato 2 novembre 2013

Ci siamo tuffati in modo irredimibile nella rutilante era dello psicoreato. Si sta diffondendo un senso di giustizia massimalista e ottuso che si preoccupa meno di ciò che le persone fanno e più di quello che pensano o potrebbero essere portate a pensare.

Su Tempi in edicola questa settimana scrivo un lungo articolo che, secondo i nuovi criteri di giudizio, è contro le donne, i gay, i vecchi, i poveri, i parlamentari inglesi, i pellerossa, parte degli abitanti di Lodi e il pubblico del teatro Fraschini. Portatemi le arance.

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