lunedì 4 novembre 2013

Ho trascorso il fine settimana immerso in complicati calcoli filologici dai quali, grazie a un'adeguata analisi dei termini e a una complicata intersezione dei campi semantici, è emersa cristallina l'equazione seguente:

allerta meteo = piove.

Non nascondo l'emozione di fronte a questa scoperta che, in attesa di essere registrata su un supplemento del Vocabolario Treccani, può iniziare a cambiare sensibilmente il modo di parlare degli italiani. I qualunquisti potranno lamentarsi bofonchiando: "Allerta meteo, governo ladro". I delinquenti potranno strillare "Allerta meteo!" quando vedranno avvicinarsi una pattuglia della polizia. Gli sportivi potranno considerare amaramente che "quest'anno il Milan fa schifo, su questo non c'è allerta meteo". Se la sorte esagera nell'accanirsi contro di voi, potrete parlare di "allerta meteo sul bagnato". La controprova che l'equazione funziona risiede nell'espressione idiomatica che mai nessun meteorologo potrebbe contestare: "Tanto tuonò che ci fu allerta meteo". Anche la letteratura può beneficiarne e presto si potrà preparare una nuova edizione del d'Annunzio coi bei versi:

Allerta meteo
dalle nuvole sparse.
Allerta meteo su le tamerici
salmastre ed arse,
allerta meteo sui pini
scagliosi ed irti,
allerta meteo sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
allerta meteo sui nostri volti
silvani,
allerta meteo sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri, etc.

mentre Domenico Modugno rimpiangerà di non poter cantare "Ciao ciao bambina, un bacio ancora, e poi per sempre ti perderò: vorrei trovare parole nuove, allerta meteo sul nostro amor". A beneficio invece dei compilatori dei dizionari di sinonimi e contrari, faccio presente che quando non piove è allarme riscaldamento globale. L'ultima volta è stata venerdì mattina, quando ci siamo svegliati e inaspettatamente - nonostante che fosse il primo novembre - c'era il sole anziché i consueti nuvoloni carichi di allerta meteo. Un primo tentativo di denunciare benché in forma poco elaborata il sovvertimento climatico risale già alla poesia Novembre di Giovanni Pascoli:

Gémmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
etc. etc.
di foglie un cader fragile. E' l'estate,
          fredda, dei morti.

Per venire incontro agli studenti delle scuole meridionali che falliscono i test Invalsi solo a causa di un complotto ministeriale ordito ai loro danni, faccio la parafrasi: "L'aria è limpida e splendente come se fosse una gemma e il sole è così chiaro che tu cerchi gli albicocchi fioriti, eccetera eccetera, foglie secche che cadono dagli alberi e vengono calpestate. E' l'allarme riscaldamento globale di Halloween".