venerdì 7 febbraio 2014

Nutro il sospetto che fra gli autori di Masterchef ci sia Rudyard Kipling in incognito. Nel 1889 Kipling scriveva poesie come questa:

Take up the White Man’s burden – in patience to abide,
to veil the threat of terror and check the show of pride


che in prosa tradurrei così: “Addossatevi il fardello dell’uomo bianco: sopportare pazientemente, nascondere la terrificante minaccia e contenersi nel mostrare orgoglio”. Nel 2014 lo pseudo-Kipling ha scritto una puntata in cui i tre giudici, uomini bianchi di successo e fascino indubbi, si trovassero a scegliere chi eliminare fra un uomo bianco con gli occhiali e il nasone, una donna magrebina e una donna nera. Senza batter ciglio hanno eliminato la nera perché aveva osato cucinare un piatto della tradizione italiana – la pasta – infilandoci dentro rane con tutto l’osso e mostrando pertanto di non appartenere del tutto alla tradizione della quale è comunque erede essendo, a quanto se ne sa, nata qui da genitori immigrati. Con gran disinvoltura i tre giudici non hanno né sopportato pazientemente né contenuto l’orgoglio e, quando c’era da minacciare e terrorizzare, l’hanno fatto senza fardelli.

Sempre Kipling, sempre nel 1889, scriveva anche una ballata che iniziava col prolungato sospiro:

Oh, East is East, and West is West, and never the twain shall meet 

che in prosa tradurrei così: “Cacchio! L’oriente è l’oriente, l’occidente è l’occidente e i due estremi non combaceranno mai”. Nel 2014 lo pseudo-Kipling fa di tutto per salvare Rachida, la molesta magrebina che sempre arriva sul punto di essere eliminata – ieri due volte, addirittura – e sempre soffoca il tripudio dei social network classificandosi regolarmente penultima e trascinando di puntata in puntata la propria mediocrità esotica. All’atto pratico Rachida ha finora conseguito lo stesso risultato del talentuoso Alberto, un vegliardo – lo spiego per i quarantanove milioni di italiani che non guardano la trasmissione – che incarna alla perfezione lo spirito europeo contemporaneo trattandosi di un ex playboy che ha dilapidato il patrimonio familiare e che ieri, quando è giunto il momento un po’ patetico della letterina da casa, non avendo moglie né figli né parente alcuno ha ricevuto missiva da una delle ammiratrici in fiore che suole vezzeggiare chiamandole “paperine”. Gli altri concorrenti in gara sono tutti relativamente giovani e, chi più chi meno, bravi; per questo tutti loro amano Alberto e odiano Rachida, rinvenendo nei due un contrasto insanabile, due estremi opposti che non combaceranno.

Quando a un minuto dal termine della puntata di ieri Rachida ha per l’ennesima volta salvato penne e turbante ed è corsa ad abbracciare gli altri concorrenti in realtà sconcertati dall’accaduto, se non atterriti, Alberto è rimasto impassibile affacciato alla balaustra che dà sui piani cottura e a mezza voce ha proferito una frase lapidaria che ha direttamente elevato Masterchef dal ruolo standard di reality culinario a ipotesi di scuola sul tramonto dell’occidente: “Lentamente ci distruggerà”.