martedì 25 marzo 2014

La madre dei cretini è sempre incinta e non disdegna i parti gemellari. Da dieci giorni ho in mente una notiziola che ho letto e mi ha colpito per la concentrazione apicale di sragionamenti. Una senatrice ciociara del Pd ha chiesto di legalizzare la prostituzione e il suo parroco l'ha pubblicamente sconfessata durante un'omelia davanti agli augusti parenti della parlamentare. Il parroco ha perso un'occasione per tenere la bocca chiusa: anzitutto perché se non erro nel Vangelo c'è scritto che se uno commette una colpa, devi prima ammonirlo in privato, poi con due persone fidate e solo in terzo luogo in un'assemblea; poi perché anziché parlare con la senatrice ha rilasciato un'intervista a un giornale; quindi perché nell'intervista il prete cercava di camuffarsi da assessore dicendo che "quando lo Stato legalizza un crimine siamo di fronte alla sconfitta dello Stato"; infine perché il meglio è nemico del bene e quindi un buon cattolico dovrebbe preferire una prostituta sana e protetta a una indifesa e minacciata, in attesa di tempi migliori.

Spedito il parroco a rileggersi San Tommaso, passiamo alla senatrice. Anche lei ha perso un'ottima occasione di non farsi notare. Anzitutto rivendicando che nessuno aveva mai osato attaccarla dando un giudizio morale; perché, dovevano attaccarla dando un giudizio estetico? un giudizio agonistico? un giudizio sintetico a priori? Poi perché secondo lei il disegno di legge non serve a riaprire le case chiuse ma a sancire "l'autodeterminazione delle donne". Quindi perché ha dichiarato di averlo presentato perché si sentiva "in linea con la svolta di Papa Francesco", che tuttavia supponevo avesse altre priorità.

Non sarà proprio un gemello ma è almeno un lontano cugino l'estensore dell'articolo su Repubblica il quale, cercando per questa storia una prospettiva simpatica ma vibrante, sferzante ma ironica, erudita ma sagace e, soprattutto, originale ha aperto l'articolo scrivendo "Sembra di essere tornati ai tempi di Peppone e Don Camillo" e l'ha chiuso con "Il duello tra Don Camillo e Peppone riparte".