giovedì 24 aprile 2014

Mi sono sempre domandato come mai Gianrico Carofiglio, autore barese Rizzoli, venda eoni di copie in più di Raffaele Nigro, autore barese Rizzoli. Adesso poi la collana in cui vengono pubblicati è la stessa, con identica forma oblunga del libro in hardback, quindi non si può dire che la casa editrice faccia figli e figliastri. Penso di poter escludere che Carofiglio venda di più perché barese di Bari mentre Nigro venda di meno perché oriundo di Melfi e barese acquisito. Il mistero diventa viepiù insolubile mentre, dopo aver letto Il bordo vertiginoso delle cose di Carofiglio, leggo Il custode del museo delle cere di Nigro; fino a che ci trovo scritto quanto segue:

- Perché, di che si occupano oggi gli scrittori?
- Di che si occupano? Lasciamo stare. Si vestono da detective e cercano assassini. Si occupano di amori e fastidi dei politici e della gente di cinema, oppure aspirano a uscire in tivù, indagando su codici misteriosi, sul Graal e su scabrosi omicidi per far svagare i lettori preoccupati dai guai della vita e dal non potersi arricchire con tutta facilità.
- Tutto sommato sono animati da buoni propositi...
- Sì. Sono dei metronotte, vigilano sulla nostra serenità.

Io dunque mi sono sempre domandato come mai Raffaele Nigro venda meno di Gianrico Carofiglio ma almeno ora so di là da ogni ragionevole dubbio che se lo domanda anche lui.