venerdì 23 maggio 2014

Avrà pure tanti difetti, questo Beppe Grillo, ma almeno tre pregi bisogna riconoscerglieli con gratitudine.

Anzitutto ha dato conferma di ciò che dicevamo da tempo: che cioè in Italia vi fosse un'ampia maggioranza di elettori politicamente inetta, impossibile tuttavia a ignorarsi perché una nazione non può essere governata a prescindere dai suoi abitanti; per questo era non solo necessario ma anche benvenuto che esistesse una parte politica, bene o male arroccata attorno all'ingegno di Silvio Berlusconi e alla sua corda pazza, che traducesse in rappresentanza civile e programma fattibile le istanze anche di questa maggioranza irregimentandole in una fazione coerente e, nonostante le critiche e i sarcasmi, decisamente presentabile. Per vent'anni si è creduto che Berlusconi fosse un sintomo quando invece era un rimedio; lo si è combattuto nella certezza che eliminandolo si sarebbe eliminata anche la parte irragionevole del suo elettorato e adesso che il tappo è saltato, adesso che Berlusconi non intercetta né civilizza più questa maggioranza magmatica, il risultato è solo casino.

Inoltre Grillo rappresenta plasticamente l'inadeguatezza della democrazia e del suffragio universale. Mi si obietterà che per ottenerli sono stati compiuti innumerevoli sacrifici ed è stato versato sangue: ciò non toglie che il risultato della rappresentanza offerta a cani e porci siano Crimi, Dibattista, la Taverna assieme a una manica di anonimi che pur essendo inutili si sforzano di essere dannosi; e che patrioti e rivoluzionari siano alla fin fine morti per Casaleggio.

Da ultimo Grillo ha mostrato i limiti della costituzione italiana, che evidentemente non funziona se il suo mantenimento ha portato a questi risultati e se su di essa si fonda un diritto che gli garantisce di dire quel che dice. Io quando capto discorsi, ad esempio, sul processo via internet a giornalisti e politici, mi scopro a dire fra me e me frasi già sentite come: "Ma cosa fa questa Ceka? Come mai quest'uomo è ancora in circolazione?" . A mali estremi, estrema destra; a fascista, fascista e mezzo.