martedì 27 maggio 2014

La pubblicità è l'anima del commercio quindi mi vedo costretto a proporvi un sensato paragrafetto sul motivo per cui ho deciso di scrivere un romanzo (la copertina è qui a sinistra) in una nazione in cui tutti scrivono romanzi e, peggio, in cui molti editori non si sentono sicuri abbastanza da pubblicare un libro che non rechi sotto il titolo la dicitura "romanzo". Tanto più che sono abituato a scrivere continuamente però a scrivere tutt'altro. Potrei cavarmela come fece Giorgio Manganelli che all'Encomio del tiranno aggiunse il sottotitolo rivelatore "Scritto all'unico scopo di fare dei soldi": ma, fermo restando che gli emolumenti sono il più nobile motore della letteratura e che la prosa servile è il miglior modo per imparare a scrivere sul serio, ecco, non è che abbia preventivato un arricchimento smodato nei mesi a venire; e poi si guadagna di più a scrivere, che so, la biografia della Madonnina di Civitavecchia firmata dall'aiutante di un cuoco televisivo. Escludo altresì la vanità in quanto l'esperienza insegna che in Italia, se uno scrive un romanzo, ha più motivi di vergognarsi che d'altro. Escludo lo sfogo autobiografico, perché il signore che nel romanzo dice "io" è nato nel 1971, e io nell'80, vive a Napoli, e io sto a Pavia, è pure comunista e - come disse Dalì riferendosi a Picasso - yo tampoco. Potrei dirvi che ho sentito dentro di me l'esigenza di dare vita a questa storia perché i suoi personaggi per me esistono davvero, li percepisco pulsare, ci parlo ogni giorno; ma (vi rivelo un segreto) quando un autore dice così tira a fregarvi. Ah, e non posso nemmeno utilizzare l'espediente che di questi tempi va di gran voga, ovvero appiccicare a ciò che ho scritto l'adesivo "una storia vera" sia perché vaghi ricordi del liceo mi suggeriscono che il romanzo dev'essere non vero ma verosimile sia perché ho proprio il sospetto di avere scritto (un attimo ché la rileggo) una storia inventata. Dunque: ho scritto una storia inventata, al precipuo scopo di fare dei soldi benché sapendo che non ne farò poi tanti, vergognandomi un pochetto, consapevole che i personaggi non esistono e che gli autori che sostengono il contrario meritano un pugno nelle gengive e infine in  modo tale da, tramite il protagonista, nascondermi anziché rivelarmi. Mi sono divertito; ed ecco il mio romanzo, tutto qui.

[Ho visto Maradona sarà in libreria da dopodomani, nella collana Battiti dell'editore Ediciclo. Anticipazioni di vario genere sull'apposita pagina facebook.]