giovedì 12 giugno 2014

Maracanazo
da Pavia, la vigilia

Il giorno prima dei Mondiali dura quattro anni: poi tutto precipita e la vaghezza diventa cruda determinazione di fatti irresistibili, l'immaginazione diventa diretta via satellite, i pronostici diventano sfottimenti: io accetto però il rischio e dico che alla fine vincerà l'Uruguay, squadra zingaresca di cagnacci infingardi, nazione con la più alta proporzione di trofei vinti per chilometro quadro e di campioni per abitante. Ieri guardavo la guida del Foglio ai Mondiali - una lenzuolata in cui presentava le trentadue nazioni, un paragrafo ciascuna, illustrando caso per caso la geopolitica dell'ultimo quadriennio - e ricordavo che la stessa griglia era stata utilizzata nel 2010 e probabilmente tornerà domani, nel 2018. Sportweek ha invece cambiato tutto nel quadriennio intercorso: il patinato ha ceduto alla cartaccia e per presentare le trentadue nazionali, una pagina ciascuna, sono stati commissionati omini del subbuteo dipinti a mano appositamente per fotografarli e stamparli con la maglia della squadra in questione. Il Guerin Sportivo ha optato per un inserto speciale che contiene foto di esseri umani, scelta innovativa, e articoli a lunghezza variabile: due pagine per un'Australia, tre per una Francia, quattro per un'Italia. Mi spinge a comperare e conservare sacralmente tutto ciò non tanto la smania del collezionista cartaceo, monocolo nella terra caecorum del virtuale, quanto la speranza, ogni volta che vado in edicola, di trovare la riproposizione contemporanea delle guide ai Mondiali d'antan che ancora mi ricordo. Eppure qualcosa nel frattempo dev'essere cambiato senza che io me ne rendessi conto. Dov'è la minuziosità enciclopedica dell'almanacco dei Mondiali fatto dal Guerino per Spagna '82? Dov'è l'essenzialità della guida a Mexico '86 del Tv Radiocorriere, che nel breve volgere delle due pagine garantite a ciascuna nazionale riusciva a infilarne la rosa, la storia, l'allenatore, la formazione, una foto dell'undici titolare e pure un commento tecnico? Dov'è il barocco mastodontico dei settimanali fascicoli al centro del Guerino man mano che si avvicinava Italia '90, che dedicavano ad esempio agli Emirati Arabi Uniti sedici pagine di foto, informazioni, statistiche, disegni, commenti, foto segnaletiche dei calciatori ed elementi di geografia e storia, ossia più di quanto sia mai stato complessivamente dedicato al calcio negli Emirati stessi? Dov'è la guida pocket a Usa '94, ideale per adolescenti paninari? Io continuo ad andare in edicola e ad acquistare fedelmente nella speranza che i Mondiali mi rassicurino nella nozione che di quattro anni in quattro anni qualcosa resta uguale. Vedo però che dietro di noi esiste un filo; noi ci voltiamo e lo tiriamo sperando di indietreggiare ma restiamo fermi mentre è il filo che va avanti e diventa sempre più lungo. Ogni volta torno dall'edicola consapevole che non c'è più il passato di una volta.

[Maracanazo è la nuova rubrica mia e di Francesco Savio su Quasi Rete, il blog letterario della Gazzetta dello Sport. Un giorno io e un giorno lui da oggi alla finalissima.]