mercoledì 8 aprile 2015

Ricco scemo (2)

Dice: la squadra perde, sei il presidente, caccia l’allenatore. Fra i motivi per cui non esonero Briganti nonostante la sconfitta contro il Valla (o era il Volta? tutto si perde nell’indistinto, in un misto fatale di snobismo e alzheimer) metto al primo posto l’evenienza che dei personaggi dei Peanuts quello che meno sopporto è proprio la saputissima Lucy. Costei è convinta che la colpa delle sconfitte sia dell’allenatore e non, poniamo, del fatto che nella sua squadra di baseball giochi un celebre bracchetto e in quella di football americano tale Woodstock, il quale trattandosi di un canarino si trova in gravi difficoltà ogniqualvolta ci sia da calciare una palla ovale grande ventisei volte lui. Abitualmente la colpisce con una pedata tremenda ed essa resta ferma, imperturbabile. Fra le colpe di Lucy non va sottovalutata quella di incitare Charlie Brown al calcio piazzato, quando non tocca a Woodstock, sempre poi sottraendogli proditoriamente la palla ovale onde causarne il liscio e il volo con atterraggio di schiena sulla torba e danni al midollo spinale che solo un Fabio Caressa sarebbe in grado di diagnosticare a occhio, in diretta. In secondo luogo Briganti allena gratis: quindi perché esonerarlo? Senza contare che pur demansionato continuerebbe comunque a venire a vedere le prossime partite occupando nondimeno un posto in automobile; senza contare che a partita in corso mi manda gli aggiornamenti sul punteggio stante i miei pressanti impegni che quest’anno ancora non mi hanno consentito di presenziare se non in spirito e stante la mia incapacità di scaricare la app Live Intercollegiale fatt’apposta per il torneo in questione; e che a partita finita si scrive pure da solo il pezzo di commento, sicuramente memore delle gesta di quel Vittorio Pozzo che allenò l’Italia dal 1929 al 1948 vincendo due Mondiali, un’Olimpiade e due Coppe Internazionali, e nel frattempo fu corrispondente calcistico e autorevole commentatore tecnico per La Stampa. La società ha fiducia nella sua capacità di prendere esempio anche quanto a successi sportivi. Infine esonerare Briganti significherebbe dover dirottare uno qualsiasi dei calciatori a dare istruzioni in panchina aggravando la grave penuria di risorse umane dalla quale siamo afflitti, tanto che l’altra volta abbiamo ottemperato al tradizionale non scritto di fornire un guardalinee alla terna mettendo la bandierina in mano a una ragazza e dandole per unica istruzione: “La bandierina è gialla e rossa come noi, quindi sventolala per fare il tifo”.

Estratto dalla seconda puntata della rubrica "Luci al Mascherpa" con cui Michele Briganti aggiorna sul torneo intercollegiale di calcio dell'Università di Pavia i lettori di Quasi Rete / Em Bycicleta, blog letterario della Gazzetta dello Sport.