martedì 7 luglio 2015

Non preoccupatevi per quello che scrivo, è colpa del caldo. Però considerate che a margine del referendum greco mi sono venute in mente soltanto le seguenti considerazioni.

Nichi Vendola si è laureato in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi, vi sorprenderò, su Pier Paolo Pasolini; ma può darsi che abbia saltato il liceo classico, altrimenti non si sarebbe fatto fotografare garrulo con in mano il cartello della campagna di Sinistra Ecologia e Libertà su cui campeggiava nei colori della bandiera ellenica la scritta "OXIgeNO per la Grecia". Sa che l'alfabeto greco è diverso da quello latino? Sa che quella lettera ics in realtà è una lettera chi? Sa che la campagna del suo partito quindi si pronuncia "Ochigeno per la Grecia"?

Forse sarebbe stato tutto più limpido se sulle schede le due alternative fossero state stampate direttamente in tedesco, magari in onore di Blackadder, vecchia serie tv inglese con Rowan Atkinson ambientata in secoli passati. La stagione dedicata alla prima guerra mondiale culmina nella scena in cui un comandante dell'esercito di Sua Maestà Britannica, timoroso che possano esserci dei tedeschi mimetizzati fra i propri uomini, si avvicina circospetto alla sentinella e gli domanda con fare complice se abbia visto in giro qualche personaggio sospetto. La sentinella scatta sull'attenti rispondendo: "Nein!".

Sulla Provincia Pavese - che nel giro di due giorni è riuscita a stampare che stasera "Antonio Gurrado duialogherà con Mirko Volpi" e che "Mirko Volpi dialogerà con Antonio Gurrado" - un articolo è stato dedicato ai tanti greci di Pavia, tutti favorevoli al no, forse perché a Pavia i bancomat funzionano ancora. Questo, in termini tecnici, si chiama fare i froci col kouros degli altri.

Il titolo sulla prima pagina del Manifesto - "Il momento è dracmatico" - quasi eguaglia il momento di Quelli della notte in cui Nino Frassica raccontava a Renzo Arbore di un suo zio talmente appassionato di teatro che a un certo punto aveva mollato tutto e se n'era andato a Istanbul, per fare il dramma turco.

Infine, abbiamo sottovalutato Varoufakis: credevamo fosse marxista, invece è dadaista.